Il pubblicitario visto dal divano

Nel 2020 è ancora un mestiere o una forma di harakiri?
Come lo ha raccontato il cinema negli anni.

Supponiamo di dover girare un film o una serie tv. Immaginiamo ora di dover affidare al protagonista maschile un mestiere che lo renda figo. Molti registi hanno già scelto: il lavoro più cool è quello del pubblicitario.

Chi ne ha fatto solo un accenno nella trama del personaggio, come in Kramer contro Kramer, dove Dustin Hoffman è un agente pubblicitario di successo. Chi una goffa caricatura, come nel film di Federico Moccia Scusa ma ti chiamo amore. Chi ha voluto Mel Gibson per incarnare un pubblicitario che si calerà nei panni e nei pensieri delle donne in What Women Want – Quello che le donne vogliono.

Ecco, “What women want” è una brillante commedia sulla guerra tra i sessi in cui il protagonista maschilista, a seguito di un piccolo incidente, acquisirà la capacità di leggere la mente delle donne. Per chi deve vendere e concepire slogan al femminile parrebbe essere un super potere, ma essere in grado di conoscere il pensiero dell’altro genere senza filtri si rivelerà rapidamente un’arma a doppio taglio.

Il protagonista sarà infatti brillante nella presentazione dello spot pubblicitario per la Nike no games just sports⇀ [curiosità̀: gli attori ingaggiati sono in realtà i veri pubblicitari dell’azienda sportiva], ma anche teneramente smarrito nel leggere i pensieri di una figlia.

Ma arriviamo al prodotto che ha fatto del mestiere della pubblicità il “racconto dei racconti”: Mad Men (al via il binge watching, se non l’avete ancora vista).

Posso affermare senza ombra di dubbio che Mad Men è la Serie TV a tema pubblicitario per eccellenza: la vicenda racconta la vita di un brillante e vincente pubblicitario, Donald Draper (Don), e del suo gruppo di lavoro, tutti impiegati all’interno dell’agenzia pubblicitaria Sterling Cooper nella Madison Avenue.

Creata da Matthew Weine e sviluppata in sette stagioni tra il 2007 e il 2015, Mad Men è ambientata nella di New York degli anni Sessanta, periodo di eventi epocali che il regista  inserirà sapientemente nella storia (esempio: l’assassinio di Kennedy, le vicende di M.L.King, il primo uomo sulla Luna) intrecciandoli con la narrazione dei personaggi.

Facciamo subito un punto sul personaggio di spicco dellagenzia: DON DRAPER – Direttore creativo. Come non rimanere affascinati dall’uomo intelligente e sicuro di sé che incarna i canoni estetici e intellettuali del maschio alpha perfetto? Il sogno americano che vende – apparentemente – è lui. Famiglia perfetta, una moglie bionda in stile Grace Kelly, due figli, belle macchine, abiti firmati, drink e sigaretta in ogni momento della giornata come status symbol dell’uomo di successo. Nel corso delle stagioni si sveleranno storie e ricordi che arricchiranno il personaggio tracciandone un ritratto ben più tormentato, e la sua vita si paleserà come una serie di tradimenti continui. Certo, sulla carta sarebbe da dirgliene di tutti i colori, ma a vederlo con il suo sguardo intenso e malinconico unito alla sua sicurezza nel persuadere i clienti durante le presentazioni, non si può che empatizzare con il suo personaggio.

Vale la pena rivedersi alcune delle sue presentazioni più brillanti, come quella della Lucky Strike⇀ , del Proiettore di diapositive Kodak e del ketchup Heinz⇀ [Curiosità: il noto brand della salsa più famosa d’America deciderà di utilizzare realmente la campagna].

Tra misoginia e galateo

Mad Men ci mostra come si sia evoluto il ruolo della donna negli anni Sessanta, dopo che questa era stata per lungo tempo confinata dagli uomini in un angolo. La serie porta sulla scena un’epoca in cui le donne avevano come unico scopo quello di fare le brave mogli devote ed essere sempre ben vestite, trofei da esibire nelle occasioni mondane proprio come la deliziosa Betty Draper, moglie di Don. Uno dei pochi mestieri consentiti era quello della segretaria, e nella serie ne troviamo due diversi modelli: la prorompente ma fragile Joan Holloway e Peggy Olson, che da semplice segretaria di Don diventerà una brillante copywriter.

Quella di Peggy è una storia che appassiona perché vede una grande evoluzione del ruolo attraverso cambi di personalità, look e carriera. Inizialmente incontriamo una giovane e casta ragazza, la quale passerà poi dall’assumere comportamenti maschili per parlare la lingua dei suoi colleghi fino a raggiungere una sua personale femminilità come donna di successo, con un pensiero di scrittura e un ufficio tutto suo, elementi che a quei tempi erano una grande conquista. [Curiosità: Peggy rimarrà uno dei pochi personaggi femminili a non cedere al fascino di Don].

In Mad Men assisteremo a scene di estrema galanteria esibita per conquistare una donna, che sia una cliente o una collega, contrapposte a scene maschiliste girate negli uffici, nell’ascensore e nella sala riunioni della Sterling; episodi che prendono forma a partire dai dialoghi sessisti del cinico Roger Sterling o da quelli del giovane e ambizioso account Pete Campbell.

Puntate e puntate narrative di un mestiere affascinate sempre in bilico tra psicologia e strategia.

È la catarsi. Difficile da raggiungere. Che c’è di meglio delle lacrime per ricordare alle donne l’importanza di un buon trucco.

Don Draper
Come siamo messi oggi? Il protagonista sarebbe forse un influencer?

Provate oggi a fare il mestiere del pubblicitario alla maniera di “Don Mr Mad Man”, nell’era del politically correct.

Una bella rogna, cari: un camminare con i tacchi a spillo su un pavimento di palloncini. Un’esperienza in cui ogni gioco di parole, ogni metafora, ogni immagine viene tradotta, o meglio sfruttata, come occasione per individuare un insulto o una discriminazione. Occhio dunque ad utilizzare i termini giusti, perché vi è stata fatta una pulizia da – operatori ideologici – delle parole offensive, che ha portato ad un tabù linguistico con il fine unico di scatenare polemica e non uguaglianza. Si è un pò persa l’ironia e si è perso il sentimento autentico, la magia della comunicazione, sottovalutando poi, magari, quelle che sono le vere discriminazioni.

[ Da divano ]

Serie tv e film a tema pubblicitario, marketing e agenzie di moda:

The Founder – film https://www.mymovies.it/film/2016/thefounder/

Workin’ Moms – serie tv https://www.filmtv.it/serie-tv/178319/workin-moms/

Ugly Betty – serie tv https://it.wikipedia.org/wiki/Ugly_Betty

Il diavolo veste Prada – film https://www.mymovies.it/film/2006/ildiavolovesteprada/