“Bisogna essere sempre all’altezza della propria cattiva reputazione.” H.N.

Helmut Newton, lo sguardo curioso di un occhio trasgressivo.
I tratti distintivi di uno dei più importanti e controversi fotografi di moda di tutti i tempi: Helmut Newton.

Difficilmente si arriva ad avere un’opinione univoca del grande fotografo che era Helmut Newton.
Il suo lavoro è ritenuto da alcuni degradante per la dignità della donna, per altri un innovatore, un mediatore visivo che attraverso le sue foto simboleggia l’emancipazione sessuale delle donne.

“Bisogna essere sempre all’altezza della propria cattiva reputazione.”

Helmut Newton.

Questa nota citazione del fotografo fa riflettere su quanto realmente volesse essere in primo luogo provocatore, non gli interessava essere visto come misogino, ossessionato dal corpo femminile, esibizionista, anzi, probabilmente, usava con arguzia questa sua reputazione. In diverse interviste dichiara infatti, di non essere poi così trasgressivo nella vita di tutti i giorni.

Helmut Newton. Quali sono le caratteristiche di questo fotografo?

Prima di tutto va contestualizzato il periodo in cui raggiunge la fama, ovvero tra gli anni Sessanta e Settanta, quando diventa una vera e propria celebrità che fa però molto discutere.
I soggetti immortalati sono principalmente donne seminude, austere, forti, sicure, perlopiù scatti in un deciso bianco e nero, dove il gioco di luci e ombre la fa da padrone. Attenzione però, non luci da studio fissate ad hoc per creare lo scatto, ma prediligeva la luce naturale, per questo scattava spesso in esterno, aspettando o meglio approfittando, di qualsiasi sorpresa la luce divina di Dio potesse fornirgli! Amava addirittura fotografare a mezzogiorno quando la luce è completamente a picco sugli soggetti. Da non dimenticare il fatto che fosse daltonico, quasi non ci si credere, considerato il modo in cui ha saputo gestire bene anche il mondo delle immagini a colori.

Helmut Newton
Come ha rivoluzionato la fotografia di moda?

I primi lavori per la moda li vediamo su Vogue e sono scioccanti rispetto a quello che si era abituati a vedere. La caratteristica che più colpiva, è che Newton, spesso, lavorava per – sottrazione – cioè andava a togliere vestiti e accessori, a lui non importava che queste foto andassero pubblicate per lanciare nuove collezioni moda, puntava al risultato, ovvero far sì che non si sfogliasse la rivista velocemente ma, ci si soffermasse perché catturati da un’immagine forte. A conferma di questo, una direttrice della fotografia di Condé Nast, ricorda scherzosamente, di quanti abiti costosissimi, facevano faticosamente spedire sul set, per vederne poi magari utilizzato uno soltanto o addirittura nessuno, come quella volta con Gianna Nannini, che alla fine venne immortalata completamente nuda.
Dopo Vogue ci furono molte altre riviste di moda e stilisti a contenderselo: Harper’s Bazaar, Elle, Marie Claire, Playboy, GQ e Vanity Fair inoltre collabora con Chanel, Versace, Yves Saint Laurent, Louis Vuitton, Dolce & Gabbana.

Alcune foto potrebbero risultare imperfette, distrazione?

Assolutamente no, Helmut Newton era meticoloso nell’organizzazione dello scatto e attento ai dettagli, soprattutto per le foto di moda, ogni oggetto aveva un significato e una posizione ben precisa, annotava le sue idee prima di iniziare a lavorare, c’era molto rigore e professionalità nel suo procedere. Capitava che girasse un pò la camera per avere le linee dell’orizzonte storte o approfittasse di effetti luce per avere colori molto sparati. Saranno proprio le imperfezioni a rendere la foto più credibile.

“Investo molto tempo nella preparazione. Penso a lungo a ciò che voglio realizzare. Ho libri e piccoli quaderni in cui scrivo tutto prima di una seduta fotografica. Altrimenti dimenticherei le mie idee.” Helmut Newton

Helmut Newton - June Brunnell
Di cosa era – curiosamente – appassionato?

Com’è noto Helmut aveva una vera ossessione per le scarpe con i tacchi a spillo. Nei famosi scatti Big Nude, alle donne statuarie ritratte in bianco e nero davanti a un fondo bianco, lascia appunto, solo le scarpe con il tacco. Un piedistallo. Personalmente ho avuto modo di vedere una sua mostra a Milano e confermo che questi scatti stampati a grandezza reale sono impressionati.
A proposito della serie Big Nude, in una conversazione risponderà allo stilista Christian Louboutin che si complimenta con lui per gli scatti, dicendo: «Nessuno ha osato dirmelo, ma io non ho problemi ad ammetterlo a me stesso: quelle foto non sono venute bene come lei dice. La colpa è delle scarpe: non sono scarpe che spogliano, come avrei desiderato, bensì scarpe che, per quanto su una superficie esigua, coprono… Quando le capita di rivedere le fotografie, ci faccia caso e mi faccia sapere».

Un’altra passione, forse meno conosciuta, era quella per le storie di crimine. Era abbonato a riviste che trattavano temi di delitti e crimini, perché ne era molto incuriosito e riproponeva le scene in chiave fashion, nelle sue composizioni fotografiche.

(Helmut at home, Monte Carlo, 1987 (c) Foto Alice Springs, Helmut Newton Estate Courtesy Helmut Newton Foundation)

Quali sono le sue origini?

Helmut Newton nasce a Berlino nel 1920 da una ricca famiglia ebrea, il suo vero cognome è Neustädter.
Si immerge nella visione della trasgressione fin da piccolo quando, suo fratello maggiore lo porta con sé nel quartiere a luci rosse. Ed è lì, che a otto anni, si innamora per la prima volta di una donna: Red Erna. Una delle prostitute più richieste della Berlino di fine anni Venti, che aveva la caratteristica di indossare stivali di pelle nera lunghi fin tutta la gamba e un frustino. Senza dubbio l’immagine di questa donna lo ha accompagnato in molti dei suoi scatti.
A dodici anni acquista la sua prima macchina fotografica e inizia una vera e propria passione, che lo porta anche ad essere espulso dalla scuola per la troppa dedizione alla sola materia fotografica.
Nel ’36 a sedici anni, comincia il suo apprendistato con la fotografa Elsie Neulander Simon, che tutti in città chiamano Yva. Si concentra nello studio delle inquadrature di Brassai, che riconosce come uno dei suoi maestri. Nel 1938 a seguito delle leggi razziali lascia la Germania e si rifugia a Singapore, per poi approdare in Australia. I suoi viaggi lo condurranno successivamente a Montecarlo, Los Angeles e Parigi dove si stabilirà nel 1961.

C’è stata una donna importante al suo fianco?

June Brunnell, sua moglie per cinquanta anni. Si sono conosciuti sul lavoro, lei posava come modella per le sue fotografie. June era un’attrice, nota anche per la sua attività di fotografa ma con lo pseudonimo di Alice Springs.
Helmut le riconosce un grande ruolo e importanza nella sua vita. La voleva al suo fianco durante gli shooting e se non poteva esserci, la raggiungeva telefonicamente per aggiornarla passo passo sul procedere del lavoro, evidentemente lo rassicurata. Faceva poi scegliere a lei gli scatti migliori dai provini e non erano quasi mai d’accordo ma, si fidava più dell’occhio di June.

La vediamo in questo scatto, presenziare attenta, sul set. Una foto iconica e piena di particolari. Sua moglie seduta che scruta il momento, lui che lavora indossando un impermeabile, magari non esattamente l’abbigliamento più comodo per scattare, ma accessorio ricorrente nelle sue immagini, una donna della quale vediamo soltanto le gambe e un’altra a figura intera che si specchia, simbolo di vanitas, raffigurato spesso nella storia dell’arte e dal fotografo.

Helmut Newton: pseudonimo di Helmut Neustädter
Professione: Fotografo
Nato il: 31 ottobre 1920 a Berlino
Morto il: 23 gennaio 2004 (83 anni)

Helmut Newton muore all’età di 83 anni il 23 giugno del 2004 a Los Angeles, a causa di un incidente stradale, andandosi a schiantare con la sua Cadillac contro un muro, all’uscita del parcheggio di un Hotel.